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XII Circolo Didattico "G. Leopardi"

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Per non dimenticare …
SHOAH 2021
La riflessione di quest’anno è “influenzata” dall’Enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco.
Sembra a prima vista una semplice affermazione o uno slogan come tanti che puntualizzano un aspetto sociale o ideologico, ma nulla di tutto questo. Tutto il magistero di Papa Francesco, fin dall’inizio, ha evidenziato con forza la cultura dell’indifferenza e ha invitato a guardare il mondo a partire dalle periferie, quelle economiche, materiali ed esistenziali. La realtà è la verità delle cose create, che hanno valore solo se coesistono l’una accanto all’altra, al fine di esplicare un compito comune. Altrimenti rimangono monche ed inadeguate.
L’esistenza – l’attualità dell’essere umano
L’Essere per eccellenza che attua o meglio dovrebbe attuare la vita in compagnia è l’essere umano, fulcro della meraviglia del creato e nello stesso tempo propulsore di ogni attività che abbraccia i suoi simili nell’atto di vivere insieme. Il soggetto umano non deve essere disgiunto dalla natura, ma il suo legame con il cosmo deve essere concepito secondo i dati dell’esperienza e della datità naturale. Da ciò si intuisce che l’essere umano non deve essere mai oggetto di uso e quindi utilizzato come strumento. L’agire non è solo una dimensione caratteristica della persona tra le altre, esso è la dimensione essenziale nella quale vive e mediante le quali riconosce se stesso. Ogni essere umano si realizza nell’agire con gli altri e proprio l’autocompimento della persona, diviene la misura dell’autenticità dei rapporti intersoggettivi.
La considerazione etico – storica
Nel Novecento europeo, la storia dell’umanità ha riscontrato numerose anomalie, da un lato è stato il secolo delle speranze tecnologiche, dall’altro la culla di utopie ideologiche, perciò, si è potuto riscontrare una marginalizzazione del soggetto umano, che ha conosciuto i vari lager e le moltissime Auschiwitz … . L’Olocausto fu essenzialmente il tentativo scientifico del genocidio del popolo ebraico e non solo, perché nei campi di concentramento è morta anche quella parte di umanità che si è trovata coinvolta in una logica impazzita e in un delirio collettivo. Nel 1933, Edith Stein, allora docente presso l’istituto Superiore di Pedagogia di Münster (Germania), denunciava le violenze sia fisiche sia psicologiche, che i Nazisti infliggevano all’umanità. Il suo intento era di testimoniare, in qualità di ebrea, alle generazioni educate all’odio, il mondo, le esperienze, le idee di una donna, che gridava nel buio e nello smarrimento, l’assurdità dell’ideologia nazista, la quale propugnava l’etica della sopraffazione. Infatti, l’uomo che considera gli altri come cose, ha in tal modo cessato di essere egli stesso un essere umano.
Conclusione
La testimonianza di Edith Stein si situa accanto alle altre, è un’apertura all’altro, è la consapevolezza che ogni essere umano non appartiene ad una sola comunità. A giusta ragione, ritengo che se la felicità sia una prerogativa del soggetto umano, essa inizia dall’educazione che
dev’essere integrale, cioè riguardante sia l’aspetto materiale sia quello spirituale. Educare significa sensibilizzare teste autonome, cervelli svegli e coscienze responsabili. Nel totalitarismo si perde il significato personalistico e comunionale dell’umanità. La comunità, invece, è una realtà organica, all’interno della quale l’altro è considerato una persona, ne consegue che non è data nessuna importanza al ruolo e all’eventuale prestigio sociale: è “Vivere Insieme da esseri umani”.
Alfredo Nazareno d’Ecclesia
P.S. Invitiamo gli amici della nostra comunità scolastica a visionare il seguente link in inglese:
Sito dell’omonimo museo di Gerusalemme dedicato alle vittime della Shoah (le parole ebraiche Yad Vashem significano “Segno” e “Nome”). Le pagine web ospitano un’enorme quantità di risorse, come, per esempio una dettagliatissima cronologia dell’Olocausto nell’area About the Holocaust.

 

 

 

19 Gennaio, 2021

Pubblicato in: Eventi, News